Verso la Pentecoste
Per cominciare a pregare…
Il sentiero va e viene; porta e fa ritornare. Il sentiero alle volte è oscuro, si intravede solamente, si rischia di perderlo, il sentiero semicancellato alimenta la speranza, fa desiderare di camminare nella direzione giusta. Altre volte il sentiero è nitido, è gioia di camminare nella certezza dell’arrivo. Nel sentiero nitido, largo, ben tracciato, confermiamo la nostra tecnica, controlliamo la nostra preparazione; quando invece seguiamo il sentiero difficile la mettiamo alla prova.
Ci sono sentieri facili e difficili; in mezzo ai prati, fra i sassi e nella pietraia, sull’orlo del precipizio. Chi segue il sentiero non si può distrarre, altrimenti lo perde con facilità. Chi segue un sentiero conosciuto va tranquillo e sicuro, lo percorre allegramente; chi segue un sentiero nuovo, passo a passo ci mette attenzione, impegno, preparazione. Chiunque segue un sentiero, se non è preparato rischia, e alle volte di brutto.
Ogni giorno bisogna curare la preparazione. Estote parati.
Segno di Croce
Preghiamo insieme
Signore,
ho preso il mio sacco e il mio bastone
e mi sono messo sulla strada.
Tu mi dici:
“Tutte le mie vie sono davanti a te.”
Fa’ dunque, o Signore,
che fino da primi passi
io mi metta sotto i tuoi occhi.
Mostrami la tua via
E guidami per il retto sentiero.
So che la tua via è quella della pace.
Per tutti coloro che incontro,
donami, o Signore,
il sorriso dell’amicizia,
l’aperto conforto del saluto,
la prontezza attenta del soccorso.
Tu doni, o Signore,
la rugiada ai fiori,
il nido degli uccelli,
e noi ti diciamo grazie sin d’ora
per ogni tuo dono:
per il caldo e per il freddo,
per il vento che ci batte sul volto
e ci reca la gioia di terre lontane,
per le albe piene di fiducia
e per i tramonti ricchi di pace.
Grazie del conforto che Tu ci dai,
affinché ogni ora riprendiamo i nostri passi,
affinché arriviamo ad incontrarti.
Ascoltiamo la Parola di Dio
Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».
Con il sostengo dello Spirito mettiamoci in cammino…
Effondi il tuo Spirito
sui giovani e sui vecchi,
sugli uomini e sulle donne,
in alto e in basso,
all’est e all’ovest.
Manda il tuo soffio
su quelli che credono,
su quelli che dubitano,
su quelli che amano,
su tutti quelli che sono soli.
Effondi il tuo fuoco
sulle parole degli uomini,
sul silenzio degli uomini,
sui canti degli uomini.
Manda il tuo soffio
su tutti quelli che costruiscono l’avvenire,
su coloro che difendono il bene,
su coloro che preservano la vita,
su coloro che creano la bellezza.
Effondi il tuo Spirito
sulle case degli uomini,
sulle città degli uomini,
sul mondo degli uomini,
su tutti gli uomini di buona volontà.
Qui e ora, su di noi,
effondi il tuo Spirito